logo
Claudio Varalli  18 anni

Milano, 16 aprile 1975

50 anni fa, sabato 12 dicembre 1970, nel primo anniversario della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969, 17 morti) a Milano nel corso di una manifestazione veniva ucciso dalla polizia Saverio Saltarelli, di 23 anni, di Pescasseroli d’Abruzzo, studente al terzo anno di giurisprudenza alla Università Statale di Milano, comunista internazionalista.

Perché Saverio era in piazza in quel 12 dicembre?

Saverio venne ucciso dalla polizia mentre manifestava per ribadire la matrice reazionaria e fascista della strage del dicembre precedente; denunciare la morte di Giuseppe Pinelli per defenestrazione nella questura di Milano; solidarizzare con gli anarchici Valpreda, Bagnoli, Borghese, Di Cola, Gargamelli, Mander, incolpati della strage senza alcuna prova o indizio e da quasi un anno incarcerati in attesa di giudizio.
Oggi sembra strano, ma cinquanta anni fa la convinzione dell’innocenza degli anarchici era condivisa da pochi.

50 anni fa, sabato 12 dicembre 1970, nel primo anniversario della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969, 17 morti) a Milano nel corso di una manifestazione veniva ucciso dalla polizia Saverio Saltarelli, di 23 anni, di Pescasseroli d’Abruzzo, studente al terzo anno di giurisprudenza alla Università Statale di Milano, comunista internazionalista.

Perché Saverio era in piazza in quel 12 dicembre?

Saverio venne ucciso dalla polizia mentre manifestava per ribadire la matrice reazionaria e fascista della strage del dicembre precedente; denunciare la morte di Giuseppe Pinelli per defenestrazione nella questura di Milano; solidarizzare con gli anarchici Valpreda, Bagnoli, Borghese, Di Cola, Gargamelli, Mander, incolpati della strage senza alcuna prova o indizio e da quasi un anno incarcerati in attesa di giudizio.
Oggi sembra strano, ma cinquanta anni fa la convinzione dell’innocenza degli anarchici era condivisa da pochi.

50 anni fa, sabato 12 dicembre 1970, nel primo anniversario della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969, 17 morti) a Milano nel corso di una manifestazione veniva ucciso dalla polizia Saverio Saltarelli, di 23 anni, di Pescasseroli d’Abruzzo, studente al terzo anno di giurisprudenza alla Università Statale di Milano, comunista internazionalista.

Perché Saverio era in piazza in quel 12 dicembre?

Saverio venne ucciso dalla polizia mentre manifestava per ribadire la matrice reazionaria e fascista della strage del dicembre precedente; denunciare la morte di Giuseppe Pinelli per defenestrazione nella questura di Milano; solidarizzare con gli anarchici Valpreda, Bagnoli, Borghese, Di Cola, Gargamelli, Mander, incolpati della strage senza alcuna prova o indizio e da quasi un anno incarcerati in attesa di giudizio.
Oggi sembra strano, ma cinquanta anni fa la convinzione dell’innocenza degli anarchici era condivisa da pochi.

50 anni fa, sabato 12 dicembre 1970, nel primo anniversario della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969, 17 morti) a Milano nel corso di una manifestazione veniva ucciso dalla polizia Saverio Saltarelli, di 23 anni, di Pescasseroli d’Abruzzo, studente al terzo anno di giurisprudenza alla Università Statale di Milano, comunista internazionalista.

Perché Saverio era in piazza in quel 12 dicembre?

Saverio venne ucciso dalla polizia mentre manifestava per ribadire la matrice reazionaria e fascista della strage del dicembre precedente; denunciare la morte di Giuseppe Pinelli per defenestrazione nella questura di Milano; solidarizzare con gli anarchici Valpreda, Bagnoli, Borghese, Di Cola, Gargamelli, Mander, incolpati della strage senza alcuna prova o indizio e da quasi un anno incarcerati in attesa di giudizio.
Oggi sembra strano, ma cinquanta anni fa la convinzione dell’innocenza degli anarchici era condivisa da pochi.

Il 16 Aprile 1975 viene indetta una grande manifestazione per il diritto alla casa a cui partecipano diverse sigle sindacali e movimenti studenteschi di area di estrema sinistra. Al ritorno dalla manifestazione in Piazza Cavour incrociano e ingaggiano, reagendo, uno scontro con alcuni militanti del Fronte Universitario d’Azione Nazionale che stavano volantinando. Nel parapiglia generale un fascista, Antonio Braggion, raggiunge la sua automobile per darsela a gambe. Rincorso da alcuni compagni e compagne Antonio imbraccia una pistola 7.65 e in piena piazza spara tre colpi. Uno di questi colpisce Claudio Varalli che morirà poco dopo in ospedale.

Braggion prima si dà alla macchia, poi verrà beccato e processato. La condanna è a 10 anni anche se arriverà solamente tre anni dopo i fatti nel 1978. In secondo grado la pena verrà ridotta a tre anni.

Il 26 ottobre 1982 la Corte di Cassazione dichiarò prescritto il reato di eccesso colposo di legittima difesa .
La condanna a 3 anni per la detenzione illegale della pistola usata per uccidere Claudio Varalli fu interamente coperta dal condono.
Antonio Braggion, divenuto avvocato, è definitivamente libero.