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13 gennaio 2004

Solidarietà

Gli arresti dei 12 compagni disobbedienti romani avvenuti il 12 gennaio,  sono espressione conseguente della volontà chiara e determinata da parte del governo di rispondere nella maniera più intransigente e repressiva alla rivolta sociale che sta emergendo, con forme spontanee e variegate, nel paese.

La limitazione dei diritti fondamentali quali il diritto alla protesta e allo sciopero sono gli strumenti di base della reazione dell’esecutivo alla crescente opposizione che in forme autonome si sta organizzando contro l’aggressione liberista che il governo Berlusconi sta programmando e eseguendo ai danni dell’intero paese.

La cancellazione dei diritti sociali a favore di quelli privati, dalla scuola alla libertà di stampa, dai diritti dei lavoratori a quelli dei pensionati, ha caratteristiche che per contenuti e forme di attuazione non è sbagliato definire da regime.

La convivenza effettiva della sinistra incapace, per volontà o per inettitudine, di frenare la deriva autoritaria, ha determinato una spinta all’autorganizzazione e allo scontro diretto tutti coloro che vedono lesi i propri diritti. I sindacati confederali non riescono più a imbrigliare la rabbia dei lavoratori, scavalcati e sconfessati ogni volta che firmano un accordo con il governo.

La vergogna di questo paese sta trovando un opposizione forte, imprevista tra i giovani disoccupati, tra gli studenti, tra i lavoratori, tra i pensionati. La risposta governativa non poteva essere più improntata alla reazione pura e dura: divieti di scioperare, arresti per chi manifesta, precettazioni forzate, sgombero immediato delle occupazioni nelle scuole, licenziamenti per chi denuncia malversazioni e pericoli per la sicurezza nei pubblici servizi, fino all’uso delle armi, della tortura e dell’omicidio nelle manifestazioni di piazza.

L’obiettivo di terrorizzare la gente comune, a partire da ipotetici e fantasiosi attentati del mostro di turno, per arrivare al ridicolo allarmismo perché d’estate fa caldo e d’inverno nevica, non riesce a celare lo scopo ormai evidente che punta a creare un clima d’assedio nel paese per giustificare nuove e più accentuate forme di controllo sociale, dalle telecamere spia dovunque, al controllo militare e poliziesco del territorio fino alla limitazione dei diritti civili.

E chi non si spaventa è un terrorista, equazione chiara e semplice per cercare di isolare chiunque si opponga ai soprusi ed ai privilegi.

Non possiamo che sostenere, in quanto associazione che ha nell’antifascismo e quindi nella difesa della libertà di espressione i suoi valori portanti, le battaglie di tutti coloro che stano lottando per i propri diritti, siano esse dei controllori di volo o degli autoferrotranvieri, dei pensionati o dei disobbedienti, di chi lotta per la casa o per i diritto al lavoro.

Uniti contro la reazione e solidarietà e appoggio a tutte le rivendicazioni sociali, sono queste le armi a disposizione per sconfiggere ciò che è e il peggio che può venire.

13 gennaio 2004

Associazione Walter Rossi